venerdì 23 maggio 2008

La buona diagnosi contro l'eugenetica

Da "Il Foglio" del 22 maggio 2008
Un gruppo di neonatologi e psichiatri lancia un appello per liberare la
“scelta della donna” dall’incubo della perfezione. Sicard denunciò la pratica
della selezione che “tende alla soppressione e non alla cura”.
“La pratica della diagnosi prenatale tende alla soppressione e non alla cura”, così facendo cromosomi e geni, che custodiscono il segreto e l’unicità della persona umana, sono sempre più considerati “agenti patogeni infettivi che la medicina deve sradicare”. Questa non è buona medicina, ma “una ideologia resa possibile dalla tecnica” e “una politica sanitaria che flirta ogni giorno di più con l’eugenetica”. A lanciare la denuncia fu nel 2007 Didier Sicard, presidente del Comitato di bioetica francese, autore del più importante manifesto contro la strisciante eugenetica praticata per mezzo della selezione prenatale. In Spagna dal 1992 si esegue sistematicamente l’eliminazione degli embrioni portatori di emofilia nei trattamenti di fecondazione artificiale in vitro. In Inghilterra è possibile con la diagnosi preimpianto eliminare embrioni che hanno la predisposizione ad ammalarsi di cancro al seno o alle ovaie, da adulti. Dal tema della diagnosi prenatale, che da strumento di cura diventa alibi per l’estinzione del non nato, passa l’intera battaglia contro l’eugenetica e l’aborto selettivo al centro della moratoria. Nel 2006 anche la rivista Nature analizzò a lungo lo spettro di questa “neo-eugenetica”.
Leggi qui il testo integrale dell'appello:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/341

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